Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/619

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RISPOSTA
DEL PRINCIPE DI PERSIA ALLA LETTERA
DI SCHEMSELNIHAR.


«Io stava immerso in un’afflizione mortale, quando mi fu recata la vostra lettera; ma, al solo vederla, mi sentii trasportato da una gioia, che non posso esprimervi, e la vista dei caratteri vergati dalla bella vostra mano, impartì nuova luce agli occhi miei, più viva di quella che avevano perduta allorchè i vostri si chiusero d’improvviso ai piedi del mio rivale. Le parole contenute in quel carissimo scritto, sono altrettanti luminosi raggi che hanno diradate le tenebre, ond’era oscurata l’anima mia. Mi manifestano esse quanto per amor mio soffrite, facendomi pur conoscere che non ignorate ch’io soffro per voi, recando così qualche conforto agli atroci miei tormenti; e se da una parte mi fanno versar copiose lagrime, dall’altra m’infiammano il cuore di un fuoco che lo sostiene, e m’impediscono di spirare dal dolore. Non ho avuto un momento di riposo dopo la crudele nostra separazione; la vostra lettera sola recò qualche sollievo alle mie pene. Un tetro silenzio mi chiudeva le labbra fin al momento che la ricevetti; essa mi restituì la favella. Stava immerso in profonda malinconia, ed essa venne ad ispirarmi una gioia, che tosto manifestossi negli occhi miei e sul mio volto. Ma la mia sorpresa al ricevere un favore, cui non credo aver meritato, fu sì grande, ch’io non sapeva da qual parte cominciare per esternarvi la mia riconoscenza. Finalmente, dopo averla baciata e ribaciata più volte, come un pegno prezioso della vostra bontà, l’ho letta e riletta, e rimasi confuso all’eccesso della mia felicità. Voi