Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/721

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non approvare uno strattagemma sì ingegnoso, ed io vi debbo così una nuova obbligazione. —

«Il principe e Marzavan, muniti di buone gioie per le spese, continuarono il viaggio per terra e per mare, ed altro ostacolo non trovarono fuor di quello della lunghezza del tempo, che fu d’uopo impiegare. Giunsero finalmente alla capitale della China, dove Marzavan, invece di condurre il principe in casa propria, lo fece smontare ad un pubblico alloggio di forestieri, nel quale si fermarono tre giorni per rimettersi dalle fatiche del viaggio; Marzavan, in questo intervallo, fece fare un abito di astrologo per travestire Cameralzaman. Passati i tre giorni, andarono insieme al bagno, ove Marzavan disse al principe di vestirsi dell’abbigliamento d’astrologo, ed uscendo di là, lo condusse fino in vista del palazzo del re della China, ed ivi lasciollo per andar ad avvertire sua madre, nutrice della principessa Badura, del proprio arrivo, affinchè ne avvisasse quest’ultima…»

Stava la sultana Scheherazade profferendo queste ultime parole, quando vide che il giorno cominciava ad apparire; allora cessò ella subito dal racconto; ma proseguendo la notte seguente, disse al sultano delle Indie:


NOTTE CCXXI


— Sire, il principe Camaralzaman, istruito da Marzavan di ciò che doveva fare, e munito di quanto conveniva ad un astrologo, col suo vestiario, si avanzò fino alla porta del palazzo del re della China; e colà fermatosi, gridò ad alta voce, alla presenza delle guardie e dei custodi: — Io sono astrologo, e vengo ad apportar la guarigione alla rispettabile prin-