Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/76

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fatevi ben lavare e fregare; poi coricatevi, ed alzandovi domattina, sarete guarito.

«Il re prese il maglio, e spinse il cavallo dietro alla palla che aveva slanciata. La colpì e gli fu rimandata dagli ufficiali che giuocavano seco lui; tornò a colpirla, e tanto durò il giuoco, che finalmente gli sudò la mano, non meno che tutto il corpo. Per tal modo il rimedio chiuso nel manico del maglio operò come il medico aveva detto. Allora il re, cessato dal giuoco, tornò al palazzo, entrò nel bagno, ed osservando esattamente quanto eragli stato prescritto, ne provò gran ristoro; ed il giorno dopo, alzandosi, si avvide, con altrettanta gioia che stupore, essere la lebbra scomparsa, e di avere sì netto il corpo come se non fosse mai stato affetto da quella malattia. Vestitosi convenevolmente, entrò nella sala delle pubbliche udienze, e salito sul trono, si fe’ vedere a tutti i cortigiani, cui la premura di conoscere l’esito del nuovo rimedio aveavi di buon’ora chiamati. Quando videro il re perfettamente guarito, ne dimostrarono tutti estrema gioia.

«Il medico Duban entrò anch’egli nella sala, ed andò a prostrarsi appiè del trono. Vedutolo il re, lo chiamò, se lo fe’ sedere a lato, e lo mostrò all’assemblea, dandogli pubblicamente tutte le lodi che meritava. Nè quel principe si ristette a quelle onorificenze, ma convitando in quel giorno la intera corte, lo fe’ sedere alla propria mensa solo con lui...»

Cessò qui Scheherazade dal suo racconto, notando che albeggiava. — Sorella,» disse Dinarzade, «ignoro quale sarà il fine di questa storia, ma ne trovo assai bello il principio. — Ciò che mi resta a narrare è il meglio,» rispose la sultana, «e son certa che ne converrai, se il sultano mi permetterà di temirnarla la prossima notte.» Schahriar acconsentì, ed alzossi soddisfattissimo di quanto aveva udito.