Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/129

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inoltre che sono incinta, e che se ho la fortuna, col favore del cielo, di dargli un figlio, sarà questo un altro legame che mi stringerà a lui più indissolubilmente. Così, fratel mio,» prosegui Gulnara, «ben lungi dal seguire il vostro consiglio, tutte queste considerazioni, come vedete, non mi obbligano soltanto ad amare il re di Persia quanto ei m’ama, ma eziandio a rimanere e passar la vita con lui, più ancora per riconoscenza che per dovere. Spero che nè mia madre, nè voi colle mie buone cugine disapproverete la mia risoluzione, come anche la parentela da me incontrata senza cercarla, e che fa egual onore ai monarchi della terra e del mare. Scusate se v’ho dato l’incomodo di venir qui dal più profondo dell’onde per parteciparvelo, ed avere il bene di vedervi dopo una sì lunga separazione.

«— Sorella,» rispose il re Saleh, «la proposta da me fatta di tornare con noi, dietro il racconto delle vostre avventure, che non ho potuto udire senza dolore, non è stata se non per dimostrarvi tutto il nostro affetto, quanto in particolare io vi stimi, e come nulla maggiormente ci stia a cuore di quello che può contribuire alla vostra felicità. Per questi medesimi motivi non posso, quanto a me, non approvare una risoluzione sì ragionevole e degna di voi, dopo ciò che ci avete detto della persona del re di Persia vostro sposo, e delle grandi obbligazioni che gli professate. Riguardo alla regina vostra madre e mia, son persuaso che anch’ella sarà del medesimo sentimento. —

«Confermò quella principessa le parole del figliuolo. — Figlia,» diss’ella, volgendosi pure alla regina Gulnara, «grande è la mia gioia al vedervi contenta, e non ho nulla da aggiungere alle attestazioni del re vostro fratello. Sarei la prima a condannarvi, se non aveste tutta la gratitudine che dovete