Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/382

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vertirsi, «soggiuns’ella, tingendo d’essersi ingannata, «a meno che non sia l’avanzo di qualche molesto sogno; ma quand’ella voglia aprir bene gli occhi, le nubi che possono ingombrarle l’immaginazione si dissiperanno in breve, e vedrà d’essere nel suo palazzo, circondata da’ suoi officiali e da quanti noi siamo qui suoi schiavi, pronti a prestarle gli usati servigi. Del resto, non deve vostra maestà maravigliarsi vedendosi in questa sala e non nel suo letto: si addormentò ieri così d’improvviso, che non volemmo risvegliarla per condurla alla sua stanza, contentandoci invece di adagiarla comodamente sopra questo sofà. —

«Forza de’ Cuori aggiunse tante altre cose ad Abu Hassan, le quali parevangli verosimili, ch’egli infine si mise a sedere, ed aperti gli occhi, la riconobbe al pari di Mazzolino di Perle e dell’altre dame già prima vedute. Avvicinatesi allora tutte insieme, Forza dei Cuori, riprendendo la parola: — Commendatore dei credenti e vicario del Profeta in terra,» gli disse, «aggradisca vostra maestà se nuovamente l’avvertiamo esser tempo ch’ella si alzi; ecco sorgere il giorno.

«— Siete tante moleste ed importune,» ripigliò il povero diavolo, fregandosi gli occhi; «io non sono il Commendatore de’ credenti: sono Abu Hassan, lo so benissimo, e voi non mi persuaderete del contrario. — Noi non conosciamo questo Abu Hassan del quale vostra maestà ci parla,» soggiunse Forza de’ Cuori, «e non vogliamo nemmeno conoscerlo: conosciamo vostra maestà pel Commendatore de’ credenti, ed ella non ci persuaderà mai di non esserlo. —

«Volgeva Abu Hassan gli occhi da tutte le parti, e rimaneva come incantato scorgendosi nella stessa sala in cui erasi già trovato; ma lo attribuiva ad un sogno simile a quello avuto, e di cui temeva le sinistre conseguenze. — Dìo m’abbia misericordia,» sclamò