Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/499

Da Wikisource.

85


la sultana, «ditemi, siete anche voi incaparbito come la vostra sposa? — Signora,» rispose il giovane, «oserei domandarvi a qual proposito mi fate tale domanda? — Basta così,» ripigliò la sultana; «non voglio saperne di più: voi siete più savio di lei. —

«Le allegrezze continuarono tutto il giorno nel palazzo, e la sultana, non abbandonando mai la figliuola, nulla dimenticò per ispirarle la gioia, e farla partecipare ai divertimenti che le si davano con varie sorta di spettacoli; ma dessa era talmente colpita dall’idea di ciò ch’erale accaduto la notte, da riescir facile a vedersi come ne fosse tutta occupata. Nè meno oppresso della cattiva notte passata sentivasi il figliuolo del gran visir; ma la sua ambizione lo fece dissimulare, talchè a vederlo niuno sospettò non fosse uno sposo felicissimo.

«Aladino, ben informato di quanto accadeva, non dubitò che gli sposi non dovessero dormire nuovamente insieme, malgrado la spiacevole avventura toccata loro la notte precedente. Ma egli non aveva voglia di lasciarli in riposo, per cui, appena inoltrata la notte, ricorse alla lucerna; il genio comparve subito, e fecegli il medesimo complimento dell’altre volte, offrendogli i propri servigi. — Il figlio del gran visir e la principessa Badrulbudur,» gli disse Aladino, «devono dormire ancora stanotte insieme; va, ed appena saranno coricati, portami qui il letto come ieri. —

«Il genio servì Aladino con altrettanta fedeltà ed esattezza del giorno precedente: il figlio del gran visir passò la notte sgradevolmente come già avea fatto, e la principessa ebbe la medesima mortificazione di avere Aladino per compagno da letto, colla sciabola posta fra loro. Secondo gli ordini del giovane, il genio tornò la mattina appresso, rimise lo sposo ac-