Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/667

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singolarità di codesto diamante, cui risguardo come la cosa più preziosa e degna d’ammirazione di quanto posseggo, voglio che tu qui lo conduca, insieme a Saad, affinchè il custode del mio tesoro glielo faccia vedere; e per poco che sia ancora in credulo, riconosca che il denaro non è sempre un mezzo sufficiente pel povero onde acquistare grandi ricchezze in poco tempo e senza molti stenti. Voglio pure che tu racconti la tua storia al custode del mio tesoro, affinchè, fattala porre in iscritto, vi sia conservata col diamante. —

«Ciò detto, avendo il califfo, con un cenno di capo, dimostrato a Kodjah Hassan, a Sidi Numan ed a Baba-Abdalla d’essere contento di loro, essi presero commiato prosternandosi davanti al suo trono; e se ne andarono.»

Voleva la sultana Schrherazade cominciare un’altra novella; ma il sultano delle Indie, il quale s’avvide che l’aurora già cominciava ad apparire, differì a darle ascolto al mattino seguente.


NOTTE CCCLXIII


STORIA

DI ALÌ BABÀ E DI QUARANTA LADRONI STERMINATI DA UNA SCHIAVA.


La sultana Scheherazade, svegliata dalla vigilanza della sorella Dinarzade, raccontò al consorte la storia ch’egli aspettava.

— Possente sultano,» diss’ella, «in una città