Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/687

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«Senza. attendere che gli altri dessero i loro suffragi: — Io mi ci sottopongo,» disse un masnadiere, «e mi glorio di esporre la vita, incaricandomi della commissione. Se non riesco, vi ricorderete almeno che non avrò mancato nè di buon volere, nè di coraggio pel bene comune. —

«Il malandrino, ricevute molto lodi dal capitano e da’ compagni, si travesti in modo che niuno avrebbelo potuto riconoscere per quello ch’era, e separatosi dalla banda, parti di notte tempo, prendendo sì bene le sue misure, che entrò nella città mentre appena cominciava a spuntar l’aurora. Inoltrassi egli sino alla piazza, ove vide aperta una sola bottega, ch’era quella di Baba Mustafà.

«Stava il ciabattino seduto sulla seggiola, colla lesina in mano, in atto di lavorare al suo mestiere, quando il ladrone se gli accostò augurandogli il buon dì, ed avvistosi della grave sua età: — Galantuomo,» gli disse, «cominciate assai di buon’ora a lavorare; non è possibile che ci vediate ancor bene, vecchio come siete; e quand’anche fosse chiaro, dubito assai abbiate gli occhi abbastanza buoni per cucire.

«— Chiunque siate,» rispose Baba Mustafà, «bisogna che non mi conosciate. Vecchio qual sono, ho vista eccellente, e non ne dubiterete neppur voi quando saprete non esser molto che ho cucito un morto in un luogo dove non faceva certo più chiaro di adesso. —

«Altissima gioia provò il ladrone di essersi, arrivando, rivolto ad un uomo, il quale subito, com’ei non ne dubitava, gli dava da per sè notizia di ciò che avevalo colà condotto, senza domandarglielo.

«— Un morto!» ripigliò con maraviglia; e per farlo parlare: «Perchè cucire un morto?» soggiunse. «Volete probabilmente dire che cuciste il lenzuolo nel quale stava avvolto. — No, no,» riprese Baba Mu-