Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/706

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tesoro e del mezzo di entrarvi, e perchè non ignorava essere questa cognizione la causa per cui si attentava alla sua vita. La qual cosa animollo vie maggiormente a nulla trascurare per disfarsi di lui per la medesima via del segreto.

«Provvidesi egli allora d’un cavallo, di cui si servì per trasportare al suo alloggio varie sorta di preziose stoffe e tele fine, facendo ripetuti viaggi alla foresta, colle precauzioni necessarie per tenere nascosto il luogo dove andava a prenderle. Per ismerciar quindi le mercanzie, ammassata che n’ebbe quantità sufficiente, cercò una bottega, e trovatala, la prese in affitto, la empi delle sue robe, e venne a stabilirvisi. Li bottega trovossi per caso rimpetto a quella appartenuta a Cassim, ed occupata da poco dal figliuolo di Alì Baba.

«Il capitano de’ ladroni, il quale aveva preso il nome di Kodjah Hussain, non mancò, come nuovo venuto, di fare le sue civiltà; secondo l’uso, ai mercanti vicini. Ma siccome il figlio di Alì Baba era bel giovane, nè mancante di spirito, ed aveva più di sovente occasione di parlargli ed intertenersi seco lui che non cogli altri, si legò in breve d’amicizia con esso. Si diede anzi a coltivarlo più assiduamente, quando, tre o quattro giorni dopo ch’erasi colà stabilito, potè riconoscere Alì Baba, il quale, venuto a trovare il figliuolo, si fermò a conversare con lui, come soleva fare di tempo in tempo, ed ebbe dal figlio medesimo saputo, dopo la partenza di questi, essere suo padre. Crebbe quindi di sollecitudini presso di lui; lo accarezzò, gli fece alcuni regalucci, ed invitollo più volte a pranzo.

«Il figlio di Alì Baba non volle aver tante obbligazioni a Kodjah Hussain senza rendergli la pariglia. Ma egli era alloggiato non troppo agiatamente, e non aveva gli stessi comodi per trattarlo come desiderava;