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Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/80

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avvicinarvene se non quanto vi piacerà; date qualche cosa al primo che passerà, e pregatelo di andare coll’asino alla taverna, prendervi due brocche di vino che farà mettere nei due panieri, e ricondurvi l’asino, quando avrà pagato il vino col denaro che gli avrete dato. Non vi resta che a spingere innanzi la bestia fin qui, e ci prenderemo le brocche da per noi nei panieri. In tal modo, non farete nulla che abbia a cagionarvi la minima ripugnanza. —

«Le due altre pezze d’oro ricevute da Sceich Ibrahim fecero potente effetto sul di lui animo. — Ah, figliuol mio,» sclamò, quando Noreddin ebbe finito, «come la intendete bene! Senza di voi io non mi sarei mai immaginato un tal mezzo per farvi aver vino senza scrupolo.» Indi, li lasciò per andar ad eseguire la commissione, e se ne disimpegnò in breve; quando fu di ritorno, Noreddin discese, levò le brocche dalle ceste, e le portò nel salone.

«Il buon custode ricondusse l’asino al luogo d’onde lo aveva preso, e tornato: — Sceich Ibrahim,» gli disse Noreddin, «non sappiamo ringraziarvi abbastanza dell’incomodo che vi compiaceste prendervi; ma ci manca ancora qualche cosa. — E quale?» rispose Sceich Ibrahim; «che cosa posso ancor fare per servirvi? — Non abbiamo tazze,» soggiunse Noreddin, «ed un po’ di frutta ci accomoderebbe assai, se ne aveste. — Non avete che a parlare,» replicò il dabben uomo; «non vi mancherà nulla di quanto potrete desiderare. —

«Il vecchio discese, ed in poco tempo preparò loro una tavola coperta di belle porcellane piene di varie sorta di frutti, con tazze d’oro e d’argento a piacere; e chiesto loro se avessero bisogno d’altro, si ritirò senza voler restare, benchè essi ne lo pregassero con molte istanze.

«Noreddin e la Bella Persiana si misero a mensa,