Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/123

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andare, ma sovvengavi che non vi condussi io stesso al mio palazzo se non per insegnarvene la strada, affinchè vi veniate da per voi. Sarete sempre i ben venuti, e quanto più spesso venete, mi farete maggior piacere. —

«Prima di allontanarsi dalla presenza del sultano, Bahman gli disse: — Sire, oseremmo noi prenderci la libertà di supplicare la maestà vostra di farne la grazia, a noi ed a nostra sorella, di passare di casa nostra e riposarvi qualche momento, la prima volta che il divertimento della caccia la conduca in quei dintorni? Essa non è degna della vostra presenza; ma i monarchi talvolta non isdegnano di ricoverare in una capanna.» Il sultano rispose: — Una casa di signori, quali voi siete, non può essere che bella e degna di voi. La vedrò con piacere, e ne proverò uno maggiore di avervi per ospiti, voi e la sorella vostra, a me già sì cara senza averla veduta, al solo racconto delle belle sue qualità; e non differirò a procurarmi tale diletto più di dopodomani. Mi troverò di buon mattino nel luogo stesso dove non dimenticai d’avervi incontrati la prima volta; siateci anche voi, e mi servirete di guida.»


NOTTE CDXXV


— I principi Bahman e Perviz se ne andarono lo stesso giorno, e giunti a casa, esposta alla principessa l’accoglienza onorevole avuta dal sultano, le annunziarono di non aver trascurato d’invitarlo a far ad essi l’onore di visitare, passando, la loro casa, e che il giorno della sua visita sarebbe quello successivo al domani.