Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/190

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miei parenti; essa me lo accordo; la vecchia mi condusse come di solito, e se ne partì. Mia madre era sola in casa allorchè io entrai; ella mi saltò al collo, quando mi vide, e mandò a cercare mio padre, il quale attestommi pari tenerezza. Noi passammo tutto il giorno insieme.

«All’indomani, andai, come la prima volta, al mio magazzino, e continuai pure ad andarvi i dì susseguenti. Il settimo, ch’era quello in cui la vecchia dovea venire, a prendermi, vidi passare davanti alla bottega un pubblico banditore, con una cassettina d’oro, che volevasi alienare per mille zecchini. Io gli chiesi di chi fosse quella cassettina; colui rispose che apparteneva ad una donna; dissi di chiamarla, desiderando comprarla da lei medesima.

«Il banditore mi lasciò un momento, e tornò accompagnato da una donna di mezza eta. — Io vorrei,» le dissi, «comprare questa cassetta.» Subito ella trasse di tasca dieci zecchini, li diede al banditore e gl’ingiunse di andarsene. — Come,» le dissi, «voi pagate il banditore prima che il contratto sia fatto! Avete dunque voglia di vendermela ad ogni costo? — Certo,» ella rispose, «io non riprenderò la mia cassetta, ed ella non sarà mai d’altri che vostra. — Sedete,» soggiunsi; «ora vi conterò i mille zecchini. — Io son già pagata fin troppo,» ribattè ella tosto. — Come,» risposi, «che discorso è questo?

«— È molto tempo,» essa riprese con vivacità, «ch’io sono violentemente invaghita di voi; il mio amore è sì grande che non posso dormire; notte e giorno penso a voi, e nulla può distrarmi. Lasciatemi soltanto farvi un bacio, e me ne andrò subito. — Come! » ripigliai; «senza ricevere il prezzo della cassetta. — Ancora una volta,» rispose colei, «io sono pagata, e di sopravanzo. — Bisogna ch’io sia molto amato da