Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/211

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«Già sorgeva l’aurora, quando il medico entrò nella camera, e chiamato pian piano il giovane, gli chiese ridendo come avesse passata la notte. — In un paradiso di delizie,» rispose quegli. Il medico avendogli poscia proposto di condurlo al bagno, gli domandò cosa avverrebbe della principessa, ed in qual modo tornerebbe al suo palazzo. — Non inquietatevi,» rispose l’altro, «essa se ne tornerà com’è venuta, e niuno saprà l’accaduto.» Infatti la principessa si riaddormentò, e si trovò, svegliandosi, nel suo palazzo. Ella si astenne dal far parola dell’avventura, aspettò la notte con impazienza, e fu nuovamente trasportata in casa del giovane, come nella notte precedente, e questo prodigio si rinnovò anche nelle consecutive.

«Scorsi alcuni mesi, la donzella, trovandosi una mattina, colla sultana sua madre, sul terrazzo del palagio, rimase parecchi momenti col dorso volto al sole; il caldo avendola riscaldate le reni, si lasciò fuggire, contro sua voglia, varie ventosità. Sua madre, attonita, le domandò che cosa avesse. La giovanetta avendo risposto d’ignorarne la causa, sua madre la considerò con maggior attenzione, le pose la mano sul ventre, e s’accorse ch’era incinta. A tale scoperta, mise un grido, si battè il viso e le domandò in qual modo si trovasse in quello stato. Le donne del palazzo essendo accorse al grido della sultana, essa ordinò loro d’andar in cerca del califfo.

«Appena questi ebbe conosciuto la causa del dolore della consorte, montò in furia, sguainò il pugnale, e disse alla figlia: — Sciagurata, io sono il Commendatore dei credenti: tutti i re della terra mi hanno chiesta la vostra mano; io sprezzai la loro parentela, ed è così che voi mi disonorate! Giuro per la tomba di mio padre e de’ miei antenati, che se mi palesate la verità, vi farò la grazia; ma se non mi dite subito quello che v’è accaduto, chi è l'autore del delitto, ed in