Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/239

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derò alle questioni di Faraone. Io vi porterò poscia il premio del vincitore, e farò tornare tutti coloro che il timore di nuove imposte ha fatti passare in Egitto. Così voi trionferete, ed il vostro nemico andrà coperto di vergogna e confusione. Accordatemi soltanto quaranta giorni, alfine di preparare il necessario per soddisfare alla domanda di Faraone. —

«Le parole del saggio vecchio empirono di gioia il re, il quale gli attestò la propria soddisfazione e riconoscenza nei termini più lusinghieri, salutollo salvatore dell’Assiria, e gli assicurò magnifiche ricompense.

«Hicar, di ritorno al suo palazzo, occupossi del mezzo immaginato per isventare la sfida del re d’Egitto, e far ricadere su lui il biasimo per la mancanza d’esenzione. Fece venire alcuni cacciatori, ed ordinò loro di portargli due aquilotti; fe’ fare funi di seta lunghe duemila cubiti e due canestri: si attaccarono i canestri agli artigli degli aquilotti, avvezzandoli a volare portando i canestri; si facevano poscia scendere per mezzo delle funi. Erano nutriti di carne di montone, e non si dava loro da mangiare se non quando avevano alzato più volte i canestri. Allorchè quegli uccelli furono addestrati a tale esercizio, diventando forti e vigorosi pel copioso nutrimento, si cominciò a poco a poco a caricare i canestri onde renderli più pesanti. Poscia, vi si fecero salire alcuni ragazzi, allevati cogli aquilotti, ed incaricati soltanto di averne cura e porger loro il cibo. Si fecero dapprima sollevare ad un’altezza mediocre, quindi salire ancor più, e finalmente tant’alto fin che permettevalo la lunghezza delle funi. Quando trovaronsi così in aria, gridavano con tutta la forza: — Portateci le pietre, la sabbia, la calce, affinchè fabbrichiamo il palazzo del re Faraone; il disegno è già fatto; noi siamo pronti ad eseguirlo, ma non possiamo far nulla senza i materiali. —