Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/448

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rapidamente il suolo che attorniavalo, onde cercarvi mezzi per la sua sussistenza; le caverne che incontra sono piene di conchiglie; l’onde gettate v’hanno molte erbe, cui fa seccare, e di tal modo provvede a’ suoi bisogni, attendendo che il destino lo chiami ad avvenimenti più importanti.

«Una mattina che Habib era salito sulla rupe più sporgente nel mare, per iscoprire, se poteva, qualche bastimento, si lasciò vincere da legger sonno; allora tre ninfe del mare sollevano di repente la testa dall’acque. — Ei dorme, sorella,» dice una naiade all’altre due; e avviciniamoci, e procuriamo di sapere chi sia. Vi piacerà di vederlo, essendo bello come il primo raggio del sole. Ieri lo vidi prosteso sull’acqua per farvi la sua abluzione; i suoi lineamenti, riflettendosi sulla madreperla, pareva la colorassero con maggior vivacità; avreste detto che il fondo del mare fosse sparso di rose. Ma per vederlo con tutto nostro agio, convien addormentarlo per modo che il rumore, cui siamo per fargli intorno, nol possa risvegliare; datemi la mano, e giriamo in cerchio sinchè sia profondamente sopito. —

«Quando le figlie del mare furono assicurate dell’effetto del loro incantesimo, uscirono dall’onde; sparsero sugli omeri i biondi capelli prima raccolti in treccia; i dolci zeffiri resero tosto a quella chioma le grazie e la leggerezza di cui aveva bisogno: una stoffa formata e tessuta di piante marine, sottili come velo, svolazzando sulle spalle, veniva a cingerne le reni; le gambe, ornate di calzaretti di perle, le braccia d’armille di corallo rilevate, finivano di renderle belle e seducenti. Tutte e tre, volto lo sguardo nell’acque, e contente di sè e del proprio abbigliamento, circondano il cavaliere.

«— Che bel giovane!» diceva la maggiore; «fosse almeno un cavaliere! — Lo è senz’altro,» disse la