Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/464

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mentre i popoli di quella contrada gli rendeano omaggio.

«— Sudditi di Dorrai Algoase,» disse il vecchio genio arrivando, «questo prode cavaliere accoglie gli attestati della vostra gratitudine; tornate alle vostre dimore, e rientrate oggi stesso sotto le leggi della nostra sovrana. E voi, cavaliere,» soggiunse ad Habib, «prendete un momento di riposo. La sommessione dell’isola Rossa non è conquista degna delle vostre occupazioni; salirò io solo il fodero che v’ha qui condotto. Porto meco la pelle di Mokilras e le sue armi; alla vista terribile del trofeo che ne formerò, i ribelli porgeranno da sè medesimi le mani alle catene: risparmiate le forze per assalire le isole Verde ed Azzurra, e soprattutto per l’attacco dell’isola Nera. —

«Habib non sa vincere senza periglio; abbandona l’impresa alla prudenza di Balazan, e cerca un riposo necessario alle fatiche che lo attendono. Dormiva ancora quando il vecchio genio tornò dall’isola Rossa, tenendo in mano due otri di pelle d’ariete. — Cavaliere,» disse ad Habib, destandolo, «ecco il resto de’ soli pericolosi nemici che fossero nel paese da me testè sottomesso alle leggi della regina; li ho rinchiusi in questi otri, e li mando subito all’ingresso delle caverne del Caucaso. Domani potrete senza ostacolo recarvi all’isola Rossa, e di là penserete ai mezzi di proseguire le vostre conquiste; ma è impossibile definire i pericoli che dovrete incorrere. Nisabic governa l’isola Verde, e l’impero suo estendesi anche sull’Azzurra; è questi un genio, le cui malie eguagliano forse quelle di Abarikaf. Non si può mai sospettare i mezzi ch’egli è per opporre agli attacchi, variandoli egli del continuo; e se gli effetti ne sono visibili, il vostro genio deve antivenire quelli ch’ei vi nasconde ed occulta: tutto, sarebbe impossibile per noi, ma nulla dev’esserlo pel cavaliere di Dorrat Algoase. —