Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/673

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lingua del Corano, calma il tuo spavento, e non temer nulla da Satana e dai suoi complici; tu sei sotto la salvaguardia dei geni fedeli, che professano la stessa tua religione.

«— In nome del Dio che adoriamo,» sclamai, «fatemi conoscere più particolarmente chi siete. — Appena proferite queste parole, vidi comparire un fantasma vestito di bianco, che mi tenne tal discorso:

«— Noi abbiamo provato la vostra beneficenza e generosità; tutti i geni, fedeli a Dio ed al suo profeta, dividono la nostra gratitudine. Se avete bisogno di noi, parlate; siamo pronti a soccorrervi e fare per voi tutto quello che sarà in nostro potere.

«— Aimè!» sclamai, «chi ha bisogno di soccorso più di me? Chi mai ha sofferto sventure pari alle mie? V’ha sulla terra uomo sfortunato da compiangere più di me?

«— Non siete voi Abu Mohammed Alkeslan?» chiese il genio. — Pur troppo lo sono,» gli risposi sospirando. — Ebbene,» soggiunse, «consolatevi, avete trovato protettori; sappiate ch’io sono fratello del serpente bianco, cui rendeste un tanto servizio, sbarazzandolo del suo nemico. Siamo quattro fratelli nati dagli stessi genitori, e tutti pronti a servirvi ed attestarvi la nostra riconoscenza. Il genio nascosto sotto la forma di scimia, col quale avete vissuto tanto tempo, è uno de’ ribelli a Dio: senza l’artificio da lui impiegato, non si sarebbe mai impadronito della vostra sposa, per la quale quel perfido avrà già da anni concepita una sfrenata passione. Tentò molte volte di rapirla, ma il talismano composto dallo sceriffo suo padre, ha messo un ostacolo all’esecuzione del suo progetto sino al momento in cui lo spezzaste. Benchè ora sia il padrone del destino di quella leggiadra giovane, non disperiamo tuttavia di