Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/695

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«se voleste farmi l’onore di accompagnarmi a casa, vi farò pagare la somma, e forse non vi pentirete della vostra compiacenza. —

«Mi alzai subito, trasportato di gioia, ed ordinato agli schiavi di chiudere il magazzino, porsi la mano alla giovine signora per aiutarla a salire sulla mula, e l’accompagnai fino alla porta d’una casa di grande apparenza, ov’ella discese, pregandomi d’aspettarla un momento finchè avesse fatto avvertire il suo banchiere. Appena entrata in casa, una giovine schiava venne ad invitarmi ad entrare sotto il vestibolo, dicendo non esser conveniente che una persona mia pari restasse ad aspettar alla porta. Poco dopo un’altra schiava giunse a dirmi che la sua padrona mi pregava d’entrar in sala per ricevere il denaro.

«Nel mezzo della sala eravi un trono d’oro, sormontato da un baldacchino, e circondato da cortine di seta. Mi era appena seduto, che le cortine si alzarono, lasciandomi vedere la giovine dama, che comparve a’ miei occhi abbagliati come un astro raggiante di luce. La sua beltà risaltava ancor più per lo splendore d’un magnifico abbigliamento, e specialmente per la ricchezza della collana che le aveva venduto. La vista di tanti vezzi fece su di me un’impressione sì viva, che rimasi un istante immobile di sorpresa.

«Appena la giovine dama mi vide, si alzò ed inoltrossi verso di me con aria ridente. — Signor Alì,» mi disse, «la vostra dolcezza ed onestà mi piacciono infinitamente. — Madama,» le risposi, reso ardito dalla graziosa accoglienza,» è a voi sola che appartiene di piacere, perchè riunite tutto ciò che può cattivare i cuori, ed è impossibile di vedervi senza sentire l’effetto delle vostre attrattive.

«La donna fu sensibile al mio complimento più che non avessi osato sperare; mi parve che non mi