Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/748

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NOTTE DXL

— «Questi sentimenti erano affatto nuovi per la principessa; gli spiriti ne sentono pochi di simili; ella ne fu commossa, ma stette molto tempo prima di lasciarsi vedere dal giovane. Fece però viaggi più frequenti di prima a Serendib, ed acconsentì a ricevere le lettere del principe, che la dilettarono, perchè piene di sentimento.

«II dolore di non vedere l’amata donzella cagionò una malattia a Seifulmulok, e lo ridusse in uno stato di cui Melika seppe fare alla principessa una pittura sì viva, che questa uscì di notte dalla tenda per avvicinarsi a quella dell’infermo. Ella lo vide in fatti piangere d’amore, rimirando il suo ritratto; la tenera pietà che precede di solito l’affetto la colse: fu allarmata di vedere che amava suo malgrado, e la lotta del suo cuore coll’intelletto la fece cadere svenuta.

«Il grido ch’ella mandò cadendo, fe’ accorrere il giovane con una face. Che divenne egli mai riconoscendo la bella Bedihuldgemal? S’assise al suo fianco, ed alzatale dolcemente la testa, se la posò sulle ginocchia; le sue guance, lucenti come la luna, lo trasportarono in guisa che l’abbracciò spargendo lagrime di gioia.

«La principessa riprese i sensi, e sorpresa della situazione in cui si trovava, calò il velo per nascondere il rossore. — Ah, principe, che avete mai fatto?» disse poi ella, — Beltà del mondo,» rispos’egli, «perdonate all’amore il più tenero; permet-