Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/95

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incerti, ed io potrei soccombere nella mia impresa, tutto ciò che posso fare è di lasciarvi questo coltello. —

«Allora Bahman tirò fuori un coltello, e presentandolo pel fodero alla principessa:

«— Prendete,» disse, «e datevi di quando in quando l’incomodo di sguainarlo; finchè lo vedrete lucido e terso, come adesso, sarà segno ch’io vivo; ma se lo scorgeste grondante di sangue, io non sarò più in vita, ed allora accompagnate la mia morte delle vostre preghiere. —

«La principasa Parizade non potè ottener altro dal fratello, il quale, volto addio a lei ed al principe Perviz per l’ultima volta, partì ben equipaggiato e meglio armato. Si pose in via, e senza scostarsi a destra nè a sinistra, proseguì traversando la Persia, ed il giorno ventesimo del suo cammino scoprì sull’orlo della strada un vecchio d’orrido aspetto, seduto sotto un albero a qualche distanza da una capanna che gli serviva di ricovero contro le ingiurie delle stagioni.

«Le sopracciglia bianche come la neve, al par dei capelli, dei mustacchi e della barba, gli scendevano sin sulla punta del naso; i mustacchi coprivangli la bocca, e la barba coi capelli cadeangli quasi ai piedi. Aveva le unghie delle mani e de’ piedi d’estrema lunghezza; portava una specie di cappello piatto e larghissima che gli copriva la testa a foggia d’ombrello, e per unico abito una stuoia, entro la quale stava avvolto.

«Quel buon vecchio era un dervis, ritirato dal mondo già da molti anni, per dedicarsi unicamente a Dio, trascurando la persona, talchè alla fine vedeasi ridotto come lo abbiam descritto.

«Il principe Bahman, il quale sin dal mattino stava attento ad osservare se non incontrasse alcuno; da cui potersi informare del luogo ove pensava recarsi, giunto che fu presso al dervis, si fermò, come il primo che incontrava, e smontò di cavallo, onde uniformarsi