Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/16

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staccamento delle sue numerose schiere. Questa montagna, che circonda la terra come un cerchio di smeraldo, è popolata da animali prodigiosi, di specie a noi ignote, e da creature ragionevoli, più perfette dei figli d’Adamo. È colà che abitano i peri e le peri, i divi maschi e femmine, i genii buoni e cattivi; è là che, come in un arsenale, Allah tiene in riserva le macchine straordinarie della sua provvidenza. Aimè! principe, voi l’avete costretto ad adoperarle per abbattere l’orgoglio della vostra falsa saggezza; profittate almeno del prodigio che gli costaste, e pentitevi d’averne avuto bisogno. —

«Mentre Safeddin ascoltava attentamente le istruzioni d’Ibrahim, Togrul correva verso Damasco con tal rapidità, che vi pervenne la sera del medesimo giorno. Egli trovò il popolo nella gran piazza, occupato delle feste che dava l’usurpatore in occasione della sua incoronazione. La moltitudine lasciando il passo libero per rispetto, Togrul, sempre seguito dal carro invisibile, giunse al piede d’un palco superbamente addobbato, ove vedevasi Schabur circondato da una corte brillante, e seduto su d’un trono d’oro. — Venite, principe, venite a mettere il colmo alla comune gioia,» gridò il tiranno al figlio; «intendiamo da voi stesso i dettagli della vostra vittoria e la sorte del nostro nemico. —

«Togrul salì sul palco come un reo sul patibolo, e narrò in brevi parole la sua dolorosa storia, gli estremi cui aveva ridotta la fortezza, la comparsa degli uccelli neri, e la totale distruzione delle sue soldatesche; finì mostrando in aria il generale nemico, che pareva averlo seguito a Damasco sol per attestare un avvenimento tanto incredibile.

«— Mi si rechino subito le mie frecce,» sclamò Schabur, balzando dal trono. «Vile, prima di pugnalarti, voglio trafiggere sotto i tuoi occhi questo ridicolo mostro, che mi annunci come tuo vincitore —