Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/163

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«La sultana madre salvossi sopra una tavola, o sull’albeggiare venne fortunatamente scorta dal capitano della nave, il quale, con tre uomini dell’equipaggio, erasi salvato nella scialuppa, e raccoltala facendo forza di remi per alcuni giorni, approdarono ad una spiaggia. Ma fatti appena alcuni passi entro il paese, videro un gran nembo di polvere il quale, diradandosi, lasciò distinguere un esercito che avanzavasi alla loro volta; qual non fu la loro maraviglia ed immensa gioia riconoscendo le armi del sultano! Temendo il principe che la nave non avesse a provare qualche sinistro, avea fallo partire quell’esercito nella speranza di raggiungere la sultana e le figlie prima che s’imbarcassero, e così poterle ricondurre per terra. Sarebbe impossibile descrivere il giubilo de’ due sposi nel rivedersi: ma quella loro felicità fu di breve durata, che la memoria delle disgraziate fanciulle venne a strappar loro torrenti di lagrime. Si riposero tristamente in via, e dopo quaranta giorni, giunsero alla capitale, dove tutti i sudditi parteciparono a loro dolore.

«La più giovane delle pricipesse avendo lottato a lungo contro i marosi, già sentiva che le forze stavano per abbandonarla, allorchè trovossi per buona ventura gettata sopra una costa amena e fertile, dove subito trovò frutti squisiti, ed acqua fresca e limpidissima.

Ricuperate quindi le forze, inoltrossi nell’interno, ed incontrato a qualche distanza un giovane che, seguito da numerosa muta, andava, a caccia, sollecitossi questi ad interrogarla, e saputone le disgrazie, le offrì ricovero in casa della madre. Accettò la fanciulla, e fu trattata in quell’ospitale dimora coi più teneri riguardi, talchè divenuta l’oggetto delle cure più assidue, ricuperò rapidamente i vezzi e la salute.

«Il giovane era l’erede legittimo di quel regno,