Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/170

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e la mia famiglia cadrà in miseria; e tutto ciò in causa di questo straniero.» Lo scongiurò dunque a non ripetere la visita. — Non posso dispensarmene,» disse l’altro; «ho promesso e checchè possa avvenire, manterrò la mia parola.» Recossi infatti il giorno dopo al palazzo, e passò la sera colla principessa. Queste visite rinnovaronsi parecchie volte e la real fanciulla, illusa, abbandonavasi con sicurezza al folle suo amore. Ma una sera, entrato d’improvviso il sultano nell’appartamento della figliuola, e veduto con lei un uomo, arse d’ira sì violenta, che ordinò agli eunuchi di mettere a morte il temerario, il quale avea osato violare l’impenetrabile asilo dell’harem. E già era sguainata la scimitarra, quando il falso garzoncello, sciolto il turbante che gli copriva la bella chioma, ed apertasi la veste, fe’ agli astanti maravigliati conoscere il proprio sesso. Il principe, rassicurato e sorpreso di tante attrattive, supplicò la giovinetta di spiegargli per qual circostanza si trovasse in quei luoghi e sotto tale travestimento. La principessa obbedì, e gli fece la narrazione esatta delle lunghe sue disgrazie.

«Il sultano, intenerito concepì tosto per l’amabile persona il più vivo interesse, ed ingiunse alla figlia di riceverla appo di lei e trattarla coi riguardi che la nascita e gli infortuni suoi meritavano. Da quel momento l’amore di questa cangiossi in sincera amicizia, e grazie alle cure ed alle sue attenzioni, potè la principessa finalmente godere di qualche tranquillità. Frattanto la vista della giovanotta aveva fatto sul cuore del sultano profonda impressione; ma la tema di mancar ai doveri dell’ospitalità gli fece tenere a lungo celato il suo amore: troppo debole però onde lottare più oltre, finì coll’infermare pericolosamente. La figliuola indovinò la cagione del male, ed informatane l’amica, la scongiurava a rendere la calma e la felicità al padre. La principessa ricusò sulle pri-