Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/222

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ceso, che l’arse in breve. Rivide poi la vezzosa sua sposa, colla quale passò giorni felici, ed alla morte dello suocero asceso sul trono, regnò felicemente molt’anni. — Toccò la volta al terzo degli avventurieri graziati, ed egli cominciò in tal guisa:

STORIA

DI ABU-NIUT E DI ABU-NIUTIN,

OSSIA L’UOMO BENEFICO E L’INGANNATORE.

«— Un uomo chiamato Abu-Niut ossia il Benefico, ridotto alla miseria, risolse di abbandonare il paese natio, in cerca di miglior fortuna, e si mise in viaggio con uno sceriffo, unico suo avere. Cammin facendo, incontrò un altro col quale strinse amicizia, e seppe che chiamavasi Abu-Niutin ossia l’Ingannatore. Viaggiando amendue pel medesimo motivo, stabilirono di associarsi, e si convenne che Abu-Niut terrebbe la borsa comune. L’ultimò venuto aveva dieci sceriffi.

«Dopo alcuni giorni di penoso viaggio, giunti in una città, videro accostarsi un mendicante, che disse loro: — Pii credenti, fatemi l’elemosina, e Iddio ve ne renderà il decuplo.» Abu-Niut gli diede uno sceriffo, e tal generosità sdegnò tanto il suo compagno di viaggio, che, richiesto il denaro consegnatogli, lo lasciò privo affatto di mezzi. Abu-Niut, rassegnato alla sorte e confidando nella Provvidenza, entrò in una moschea per farvi le sue divozioni, sperando trovare qualche anima generosa che lo soccorresse nella sua miseria; ma vi rimase una notte ed un giorno senza che alcuno gli facesse la minima carità. Stretto dal bisogno, aspettò la seconda notte,