Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/261

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ed ascoltava con interesse i particolari che le si davano intorno alla corte del padre, allorchè una donna le recò la lettera di Gioseffo. Alzossi ella subito, passò in un gabinetto, ed aperto il biglietto, stupì assai delle ingiurie che le prodigava l’ingrato amante; ma forte di sua innocenza, e lusingandosi che tornerebbe quando avesse riconosciuto il proprio errore, si ricompose alla meglio sino alla partenza del parente, il quale, pochi giorni dopo, preso da lei congedo, tornò alla capitale di Mir Gyhane, lasciando nella cittadella il suo eunuco, con grande soddisfazione della principessa, che sperava di farlo mediatore tra lei e l’amante. Ned erasi ingannata, poichè quando gli ebbe palesato il suo affetto per Gioseffo, acconsentì a portare una lettera al principe, ed a spiegargli la cagione de’ suoi ingiusti sospetti. Giunse il fedele Alì in venti giorni alla città di Sind, e quivi, chiesta al giovane principe un’udienza particolare, che fu subito concessa, gli consegnò il suo messaggio. Gioseffo, cui era passata la collera, e che più d’una volta avea risentito il dispiacere di trovarsi lontano da quella che amava più della vita, leggendo quel tenero biglietto fu penetrato di vera gioia. Ascoltò, senza perder sillaba, tutti i particolari che gli diede lo schiavo intorno al preteso rivale, riconobbe con piacere il proprio errore, e protestò contro la condotta ingiuriosa tenuta verso, Haifa. Alì fu, per ordine del principe, condotto in uno de’ più begli appartamenti del palazzo, e trattato dai servi della corte con ogni riguardo. Intanto, Gioseffo ingiunse la notte seguente al favorito Hulland di far i preparativi necessari, e partì con lui e l’eunuco; giunti in pochi giorni sulle sponde del lago, lo traversarono, e con alto giubilo di Haifa entrarono nella cittadella. Le pene d’una lunga assenza raddoppiarono i loro trasporti per questa riunione, ed i due amanti fruirono d’una felicità