Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/260

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briglia nei cespugli, ed il corsiero lo portò felicemente, in un col suo fido, traverso alle onde. Chi potrebbe dipingere la felicità de’ due amanti al vedersi riuniti? Il principe consegnò il suo schiavo alle cure delle donne di Haifa, e s’intertenne con questa.

«Trenta giorni trascorsero sì rapidamente, che Gioseffo appena potè pensare a’ genitori, alla famiglia, alla patria. Una sera che i due amanti dalla terrazza del giardino ammiravano la bella prospettiva de’ dintorni, videro un battello che vogava alla loro volta, e che Haifa riconobbe siccome appartenente al padre, il sultano Mir Gyhane. Atterrita, supplicò Gioseffo a nascondersi, intanto ch’essa riceverebbe i passeggeri, ed il giovane si appiattò in una stanza, la cui finestra guardava sul lago. Ma come esprimere la maraviglia e lo sdegno suo allorchè vide discendere dal battello due bei giovani, nelle braccia d’uno de’ quali Haifa precipitossi con trasporto, e che fece poi ambedue entrare nel palazzo! Senza riflettere che colui poteva essere prossimo parente d’Haifa (ed era in fatti suo cugino, allevato con lei sino al momento in cui venne confinata nella cittadella), lasciossi Gioseffo trasportare ad indegni sospetti, e decise di abbandonare per sempre un’amante infedele. Scrittale adunque una lettera piana di stizza, in cui le rimproverava la sua mala fede, e le volgeva l’estremo addio, rimontò col fido seguace sul corsiero, e varcato il lago, affrettossi a tornar in patria, ove fu di nuovo ben accolto dai genitori; e per dimenticare la mendace Haifa, dedicossi intieramente alla compagnia delle sue donne, non ha guari abbandonate, e le quali, liete di ricuperarne l’affetto, disputaronsi a vicenda la bella sorte di piacergli.

«Haifa, intanto, senza diffidenza, a fianco del cugino Sohule e di Alì-Ben-Ibrahim, fedele eunuco e confidente di questi, stava intenta a far loro mille interrogazioni,