Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/265

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zioni del popolo, che riconobbe l'autorità dei nuovo sultano, ned ebbe in seguito motivo di lagnarsene. Prima cura del monarca fu di annunziare al califfo Mamun, allora Commendatore de’ credenti a Bagdad, gli avvenimenti accaduti, mandandogli nel tempo stesso una grossa somma di danaro e gli oggetti più rari dei paesi di Hind e di Sind, tra cui trovavansi dieci delle più belle schiave, espertissime nell’arti del canto, della danza e della poesia. Ciascuna di queste declamò davanti al califfo alcuni versi improvvisi, nei quali dipingevano con tal eloquenza, ed in modo sì commovente il desiderio di tornare appo il loro amato sovrano, che Mamun, allettato dello spirito o della bellezza loro, sagrificò il proprio affetto, e le rimandò a Gioseffo per mezzo del medesimo ambasciatore. Poscia, i due sposi, a’ quali il cielo concesse numerosa prole, vissero felici, e cari ai propri sudditi, de’ quali assicurarono la prosperità.»

Finita questa novella, la sultana delle Indie affrettossi di cominciarne un’altra, con sommo diletto del consorte.

AVVENTURE DI TRE PRINCIPI

FIGLIUOLI DEL SULTANO DELLA CHINA.

— La moglie d’un possente monarca della China infermò d’una malattia incurabile. I medici l’abbandonarono, dicendo che non poteva essere guarita se non coll’acqua di vita, dichiarando inoltre essere quasi impossibile di procurarsene prima che la natura non fosse esausta nella principessa, attesochè il