Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/278

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saputo qualche cosa, dimmelo, così per divertimento. — Sì,» la dama rispose, «ho incontrato quattro singolari originali (a queste prime parole i nostri amanti, atterriti, si credettero perduti), ch’io avea gran voglia di condur meco a casa per divertirci (qui si rimisero alquanto dal loro spavento); ma per paura di darvi ombra, non l’ho fatto: però, se lo bramate, posso mandarli a chiamare domani.» I galanti, credendosi salvi, mercè la destrezza e bontà della dama, cominciarono a respirare più liberamente, ma la loro speranza fu di breve durata. — Mi spiace,» disse il marito, «che tu non li abbia condotti, poichè domani ho un affare che mi costringe ad assentarmi per alcuni giorni. — Or bene,» rispose la moglie ridendo, «sappiate dunque che sono qui, e ch’io mi divertiva a loro spese quando siete sopraggiunto; ma per non destare nell’animo vostro spiacevoli sospetti, li nascosi nella stanza da letto sinchè avessi veduto come voi prendereste lo scherzo.» È impossibile dipingere il terrore dal quale furono colti que’ poveri diavoli a tai detti, e fu ben peggio allorchè il marito ordinò alla moglie di farli venire innanzi ad uno ad uno, aggiungendo con voce risoluta: — Voglio che ciascuno di costoro balli davanti a noi e ci narri qualche piacevole storiella. Guai a colui che non giungesse a tenermi allegro! non uscirà vivo di qui. — Il cielo ci protegga,» sclamò il cadì; « come mai potrebbe danzare un uomo della mia qualità? Ma è impossibile ogni resistenza, e non veggo altro mezzo, per isfuggire a questa maledetta femmina ed al crudele suo marito, fuorchè di prestarci alla meglio possibile a ciò che esigono da noi.» I compagni furono del medesimo parere, e rassegnaronsi ad eseguire quanto venisse loro ingiunto.

«La dama, venuta nella camera dei prigionieri, e posto in mano al cadì un cimbalo, lo fece uscire, e co-