Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/282

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della sua passione per una donna tanto a lui superiore, la pregò d’aggradire le umili sue scuse, ringraziolla di averlo salvato, e tornato a casa, la domane sollecitossi di lasciare una vicinanza tanto pericolosa. —

«La storia del cadì fe’ sorridere i due sposi, i quali, fattogli danzare alcuni altri passi, gli permisero di tornar a casa, imponendo però, per ultima condizione, che non dovesse spogliarsi del ridicolo vestimento. Noi non sapremmo dire come vi pervenisse, nè in qual modo potè spiegare una trasformazione sì indegna d’un magistrato; ma corsero per la città strani rumori, e la danza del cadì divenne la favorita de’ ballerini di professione, dai quali ebbe spesso la mortificazione di vedersi contraffare quando recavasi al tribunale, oppure ne tornava. Spesse volte ancora, allorchè venivagli portata dinanzi una causa d’adulterio, accadeva che rei e testimoni gli ridessero in faccia. Non si lasciò quindi mai più tentare, ed appena osava anzi alzare gli occhi sur una donna, tanto temeva di ricadere in un laccio consimile.

«Dopo la partenza del povero giudice, la dama fece uscire dal gabinetto il grave collettore, cui il marito apostrofò col suo nome, dicendo: — Venerabile funzionario, da quando in qua vi siete fatto buffone? Potete divertirmi con qualche balletto?» Lo sciagurato non osò zittire, e si pose a saltare alla meglio, nè gli si permise di fermarsi se non quando fu estenuato. Fattolo allora sedere, e riprese alquanto le forze, lo sollecitarono di raccontare una storia, ed egli cominciò in codesti termini la sua narrazione: