Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/317

Da Wikisource.

299


vederle senza essere veduto. — Mesrur,» rispose il califfo, «non parlarmi di palazzo, nè di schiave; tutto mi annoia. — Or bene, o sire,» tornò a dire Mesrur, «fate venire i vostri baffoni, i soliti vostri commensali, od i vostri poeti, che v’improvvisino qualche gradevole canto. — Mesrur,» sclamò il califfo, «tutto ciò non è atto che ad accrescermi la noia. — Ecco, Commendatore dei credenti, ciò che mi resta ancora a proporvi: fatemi mozzare la testa.» Quell’idea fe’ ridere il califfo. — Va,» disse poi a Mesrur, «a vedere quale de’ miei ospiti si trovi in anticamera.» Mesrur tornò a riferire che v’era Ibn-al-Mansur di Damasco, — Fallo entrare,» riprese Aaron. «Raccontami qualche cosa,» disse quindi, volgendosi al nuovo venuto. — Prestatemi la vostra attenzione, Commendatore de’ credenti,» rispose quegli. — Or via» disse il califfo, «attendo e l’ascolto.» Allora Ibnal-Mansur cominciò nel modo seguente il suo racconto:

«— Io mi trasferiva una volta all’anno a Basra 1 per fare la mia corte al vicerè di quella città, Ali Mohammed, figlio di Solimano lo Hascemita. Un giorno che recavami da lui, secondo il solito, quel principe stava per salire a cavallo onde andar a caccia, e mi pregò di accompagnarlo. Ricusai il suo invito, essendo pessimo cavaliere. Allora il vicerè mi fece condurre nella sala dedicata alle feste, e comandò agli ufficiali della sua casa di prender cura di me sino al di lui ritorno. — È cosa maravigliosa,» dissi fra me, «ch’io, il quale sono sì spesso venuto a Basra, non conosca ancora questo palazzo e questi giardini. Farò bene ad approfittar del presente

  1. Basra o Balsora. Questa città, situata presso al confluente del Tigri e dell’Eufrate, fu fabbricata l’anno 16 dell’egira per ordine di Omar.