Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/425

Da Wikisource.

15


almeno un poco, affinchè le mie sorelle escano dall’acqua per vestirsi, e datemi qualche cosa per servirci di velo. Eccomi ad obbedirvi,» rispose Giansciah. E ritiratosi nel padiglione, sedette sul trono. «Allora le due giovani vestironsi, e diedero all’amabile Scems, ch’era la maggiore, alcune penne per velare ciò ch’era indispensabile nascondere all’altrui sguardo. Poi entrarono nel padiglione e sedettero accanto a Giansciah, che fu talmente inebbriato delle carezze delle quali lo colmò la sovrana del suo cuore, che poco mancò non isvenisse.

«— O vezzoso garzone,» gli diceva, «se mai avessi potuto credere d’avervi ispirato qualche amore, mi sarei ben guardata dal separarmi dai miei abiti, conservandoli per andar a pregare i miei parenti di acconsentire alla nostra unione.» Il principe, all’udir, quelle parole, sospirava profondamente, e sclamò: — Volete farmi morire se vi allontanate per non mai più tornare. — No! no! mio diletto,» riprese colei, buttandogli le braccia al collo e coprendolo di baci; «Dio mi è testimonio che v’amo sino nel profondo del cuore, e che non mi separerò da voi per tutta la vita.» Quelle parole colmarono Giansciah d’alta gioia. Scambiaronsi poi mille tenere cose sino all’arrivo, del vecchio vicerè, alla vista del quale alzaronsi tutti per riceverlo, e baciarongli le mani. Questi li pregò di sedere, e voltosi alla bella Scems: — Voi vedete,» le disse, «un giovane che vi ama perdutamente. Egli è d’origine illustre, e suo padre regna a Kabul. Perciò questa parentela non sarebbe indegna di voi. — Intendo ed obbedirò,» rispose Seems. — Se deggio prestar fede alle vostre parole, continuò lo sceik, «giuratemi che gli sarete eternamente fedele, nè mai l’abbandonerete.» Fece ella il giuramento solenne, ed il vecchio impartì loro la sua benedizione.