Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/432

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era cambiato in notte profonda, il sangue scorreva a torrenti; durò quel combattimento tre giorni intieri, e la vittoria rimase indecisa. Allora Kefid, ricordatosi molto a proposito del re Kanun, suo parente dal lato della madre, gli scrisse per chiedergli aiuto, e Kanun si mise subito in marcia. Era Tigmos seduto nella sua tenda, volgendo a caso qua e là gli sguardi, allorchè vide da lungi apparire un esercito avvolto in nugoli di polve, colle sciabole scintillanti, e spiegando sette ampie bandiere. Erano le schiere di Kanun che giungevano nel campo dell’alleato.

«Ma lasclamo i due eserciti a fronte l’un dell’altro, e vediamo cosa frattanto facesse Giansciah. Non avendo potuto ottenere notizie sul palazzo de’ Diamanti, risolse di mettersi in via per farne egli medesimo ricerca, e tornato alla città degli Ebrei, recossi di là alla montagna, dove avendo trovato il grosso volatile che lo aveva la prima volta sollevato entro la pelle della mula: — Amico augello,» gli disse,«fammi il piacere di trasportarmi dove vivono tuo padre e tua madre. — Volentieri,» rispose l'uccello;«eccomi ad obbedirti.» Allora, preso Giansciah sul dorso, volò per otto giorni ed otto notti, fermandosi infine sulla cima d’un monte, dove il giovane potè appena aprire gli occhi, per la luce abbagliante entro cui trovavasi avvolto. Veniva quello splendore da un palazzo di rubino attorniato da mille torri di cristallo, trovato in fondo al mar Tenebroso, con mura di smeraldi, zafiri, topazi, ametiste ed altre pietre preziose, d’onde gli veniva il nome di palazzo di Diamanti, e che apparteneva al re Scehlan, padre delle tre principesse dagli abiti di penne di colomba. Aveva Scems narrata a quel principe la sua avventura, ed egli, al par della regina, aveva biasimata la figliuola per aver abbandonato lo sposo, che moriva d’amore per lei, consigliandola a tornar dal consorte. — Ah!» diss’ella; «s’egli mi ama come deve, lunga non sarà