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NOTTE DCCXCIV-DCCCXIV

STORIA

DELLE ASTUZIE DI DELILEH E DI SUA FIGLIA ZEINEB.

— Al tempo del califfo Aaron-al-Raschild, vivevano a Bagdad due abilissimi ladri, l’un de’ quali chiamato Ahmed-ed-Deouf e l'altro Hassan Sciuman. Il califfo, volendo trar partito da tutti i generi di talento, li impiegò amendue nella polizia, dando a ciascuno lo stipendio di mille pezze d’oro, e pose a loro disposizione una guardia di quaranta uomini. Il primo era incaricato di vegliare alla sicurezza della città dalla parte di terra, il secondo dalla parte dell’acqua. L’emiro Khaled, vali o luogotenente di polizia, percorse con questi due nuovi capi la città per annunziare ch’erano officiali pubblici, e doveano per l’avvenire essere dagli abitanti di Bagdad considerati come tali. Eravi a quel tempo una vecchia, per nome Delileh la Ladra, dimorante a Bagdad insieme a sua figlia Zeineb la Furba. Questa, udita la proclamazione del califfo, disse a Delileh: — Ecco che cos’è mai l’aver fortuna, madre mia! Quel birbante di Ahmed-ed-Deouf, scacciato dall’Egitto e rifuggitosi a Bagdad come giuocatore di mala fede, e quel miserabile d’Hassan Sciuman, ormai procederanno uno a destra, l’altro a sinistra del califfo. Hanno il diritto di comparire a corte, e ricevono inoltre uno stipendio di mille zecchini l’anno, mentre noi, che