Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/578

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orecchini e qualche anello, sicchè possa scegliere.» Affrettossi l’Ebreo a darle le cose che chiese, ed il cui prezzo ammontava almeno a mille pezze d’oro. — Porto tutto al mio padrone» disse Delileh, «perchè scelga quello che più gli piace, e vi lascio il fanciullo sino al mio ritorno.» Corse a casa, e raccontò alla figlia la nuova sua astuzia.

«In quei frattempo, la schiava era andata dalla padrona a farle l’ambasciata della falsa Ommal Khair. — Io non la conosco,» rispose la matrona; «ma che hai tu fatto di mio figlio? — Glie lo lasciai in braccio,» rispose la schiava. — Sciagurata,» sclamò la padrona, «corri subito a fartelo rendere.» Ma la schiava, non trovando nè il fanciullo, nè la vecchia, si mise a strapparsi i capelli ed a mandare alte strida. In breve si sparse l’allarme in tutto il quartiere, si mandò gente in tutte le direzioni; il sindaco percorse egli medesimo la città, e trovò infine il fanciullo nella bottega del gioielliere. — Ah! ecco mio figlio,» sclamò pieno di giubilo. — Sì,» rispose il Giudeo, «Iddio vi protegga! ma io non aveva bisogno di simile pegno. — Che volete dire?» domandò il sindaco. Gli si parlò delle gemme, dei gioielli, ed il sindaco non ci capiva sillaba. La cosa in fine fu chiarita, e l’Ebreo, vedendosi vittima d’una giunteria, si abbandonò alla disperazione. Precisamente in quel punto ecco passare di là il mercadante, il tintore e l'asinaio, i quali, informatisi della causa delle grida del Giudeo, pensarono tosto ch’esser dovesse una nuova gherminella della medesima vecchia che li aveva pur ingannati sì perfidamente. L’Ebreo, sentendo che ne andavano in traccia, volle mettersi della partita, — Ma se restiamo tutti assieme,» disse, «ci riconoscerà facilmente, e si darà alla fuga da più lontano che ci vegga. Sarebbe meglio che ciascuno di noi prendesse una via diversa, e poi ci trovassimo ad un comune