Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/601

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«accordo mia nipote ad Alì, ma a condizione che le recherà i presenti di nozze ch'essa sarà per domandare. — E quali sono?» gli si chiese. — La veste di Kamaryeh, figliuola dell’ebreo Esdra, il suo diadema e la sua borsa da lavoro, tutti oggetti d’oro. Se non porterete a Zeineb queste tre cose, non la possederete mai. — Acconsento a tutto,» disse Alì. — Pronunciaste la vostra sentenza di morte,» gridarono gli astanti. — Perchè? — Non sapete chi è questo Esdra; è un insigne mago, che ha a’ suoi ordini geni e demoni, ed abita in un magnifico palazzo fuor della città, dove ogni sera mostra la veste di sua figlia, gridando: «Dov’è il ladro persiano, il furbo arabo che s’impossesserà di questi abiti? Gli prometto la mano di mia figliuola.» Le migliori teste e gli spiriti più scaltri sinora tentarono inutilmente l’avventura; chè per la virtù della sua arte magica tramuta in orsi e scimie chi ha la temerità d’intraprenderla. —

«Alì però non lasciossi intimidire da tutti quei pericoli, e subito la mattina dopo si pose in cerca dell’ebreo Esdra. Faceva questo il mestiere di pesare l’oro, l’argento e la seta, ed Alì lo vide che tornava a casa sopra una mula carica di due sacchi di danaro. Lo seguì egli sino all’ingresso del suo palazzo, dove il Giudeo entrò colla mula. Allora Esdra smontò, entrò in casa, e chiuse la porta. Poco dopo, comparve alla finestra con una cassetta d’oro, dalla quale cavò un ricco vestito, sclamando ad alta voce: — Dov’è il furbo arabo, il ladrone persiano che potrà impadronirsi di quest’abito? Io gli prometto mia figlia!» Alì s’immaginò che il più savio partito era d’andar a trovare l’Ebreo e domandargli onestamente l’abito. Presentossi dunque alla porta; ma appena l’ebbe quegli veduto venire, consultò i suoi libri cabalistici, e col loro soccorso seppe che quello straniero era Alì Argento-Vivo, del Cairo, il quale veniva a pregarlo di