Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/611

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cipe, il quale, in certa notti di veglia, essendosi fatto narrare più d’una volta la sua storia, comandò che fosse scritta per diletto delle generazioni future, e deposta nel proprio tesoro.»

NOTTE DCCCXV-DCCCL

STORIA

DEL PESCATORE CALIFFO E DEL CALIFFO PESCATORE.

— Viveva una volta a Bagdad un povero pescatore chiamato Califfo, il quale menava vita infelice. Un giorno egli andò, secondo il solito, sulla sponda del fiume per gettare le reti prima degli altri, ma la gettò più di venti volte senza pigliar nulla. Da principio, il suo dispetto fu estremo; ma infine, calmatosi, disse: — Dio mi perdoni! ei solo vive e non muore! Non v’ha forza e potenza che in Dio! ciò che gli piace accade, e ciò che non gli piace non avviene. Egli provvede alla sussistenza delle sue creature: quello ch’ei dà, nessuno può togliere; ciò ch’egli niega, nessuno può dare. Prendiamo dunque i giorni buoni e cattivi come vengono, e riponiamo la nostra fiducia nel Signore. —

«Pieno di rassegnazione, il pescatore gettò un’altra volta le reti, ed aspettò alcun tempo prima di ritirarle; ma accortosi ch’erano pesantissime, le andò finalmente tirando con precauzione: quando furono sulla spiaggia, il misero non vi trovò che una scimia cieca e storpia. — Non v’ha forza e potenza