Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/623

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compensi del divertimento che mi diede. Vediamo se il destino gli è favorevole; la sorte deciderà: prendi venti fogli di carta, e su dieci di essi scrivi: Provvigioni da bocca, Carica di consigliere di stato, Diploma di emiro, Direzione delle imposte, ed altri impieghi proficui; scrivi, poi sugli altri: Sentenza di morte, Prigionia, Bastonatura, ecc, e fa venire il pescatore a cavare la sua sorte. Giuro pe’ miei avi di concedergli esattamente la parte che gli toccherà; se è un posto di visir, lo avrà; se la forca, lo farò impiccare. —

«Giafar, eseguendo gli ordini del califfo, andò a cercare il pescatore, il quale erasi già mille volte pentito d’essere capitato alla corte. — Perchè,» diceva, «mi sono intricato con quel maledetto schiavo, il quale non mi produrrà che disgrazie?» Seguì Giafar ed il mamelucco, che gli fecero attraversare sette cortili e l’introdussero nella sala, ove trovavasi il trono del califfo, su cui vide seduto Aaron, circondato da tutta la sua corte. Lo riconobbe subito, e senza sconcertarsi: — Trombetta,» gli disse, «perchè mi lasciasti ieri col mio pesce? perchè mi lasciasti in balia degli eunuchi che son venuti a derubarmi? È tua sola colpa: se tu fossi tornato coi panieri, avrei pesci per cento zecchini almeno.» Aaron, mettendosi a ridere: — Scegli,» rispose, «scegli uno di questi fogli. — Come!» sclamò il, pescatore; «sei anche astrologo? Credi, trombetta, ciò non ti spingerà molto innanzi; più mestieri si fanno e meno si guadagna; farai meglio a restar pescatore. — Prendi,» disse Giafar, «prendi senza replicar parola, e fa quello che ti comanda il Commendatore de’ credenti.» Il pescatore prese dunque un foglio e lo diede al califfo. — Dimmi adesso, trombetta,» disse poi ad Aaron, «qual bene sia per ridondarmene. — Leggi,» soggiunse Aaron a Giafar, consegnan-