Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/645

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falsa credenza, e spogliata delle sue sostanze? — O giudice!» rispose l’Ebreo, «vi giuro ch’essa è mia moglie. — Gli si diano le bastonate,» ripigliò il cadì. E gli arcieri, gattatolo per terra e stracciatigli gli abiti, lo maltrattarono crudelmente.

«L’Ebreo appellò di tale sentenza davanti un altro cadì, da questo ad un terzo, poi ad un quarto. Ma tutti lo dichiararono reo, condannandolo ad essere impiccato, ed aver tagliati piedi e mani. — Cosa dunque chiedete da me, o giudici?» sclamò l’Ebreo. — Confessa,» quelli risposero, «che questa giovane non è tua moglie; che le ricchezze delle quali ti sei impossessato le appartengono, e che volesti sedurla, allontanandola dalla sua patria. — Ohi» disse il Giudeo, «non occorre altro per salvar la vita? Ebbene, confesso che questa donna non è mia, che le mie ricchezze le appartengono, e che ho voluto sedurla allontanandola dalla sua patria. —

«Presero i quattro cadì nota di tale dichiarazione, e ciascuno sperava che finalmente Zein-al-Mevassif si pronunziasse in proprio favore. Li ringraziò essa delle loro cure, e verso tutti esercitò la sua civetteria per mantenerli in isperanza; tornò poi a casa, dove fece imballare tutti i suoi effetti, e giunta la notte, partì, portando seco tutte le ricchezze dell’Ebreo, ed accompagnata dalla fedele sua schiava.

«Alla domane, informaronsi i quattro cadì della loro diletta, ed udendo che più non trovavasi a casa, saliti sulle loro mule, ne seguirono le tracce. Il caso volle che i quattro cadì s’incontrassero, ed in breve s’avvidero, dalle reciproche interrogazioni, di essere stati tutti e quattro delusi. Tornarono dunque alle case loro, e si posero a letto per disperazione. Il primo cadì fatto chiamare il sergente, lo minacciò delle bastonate se non gli dava notizie della dama: colui giurò che ignorava assoluta-