Vai al contenuto

Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/726

Da Wikisource.

312

NOTTE CMXLI-CMLXX

STORIA

DI KAMAR-AL-ZEMAN E DELLA MOGLIE DEL GIOIELLIERE.

— Eravi una volta un mercatante chiamato Abderahman, che aveva due figliuoli di rara bellezza: un maschio per nome Kamar-al-Zeinan, vale a dire la Luna del Tempo, ed una femmina delta Kavkeb-es Sabah, ossia Stella del Mattino. Li aveva egli tenuti chiusi in casa sin all’età di quindici anni, per timore del cattiv’occhio, dandosi in pari tempo gran cura della loro educazione. — Quanto terrete ancora vostro figlio chiuso in casa?» gli disse un giorno la moglie. «Kamar-al-Zeman non è una fanciulla; è un giovinetto che da molto tempo avreste dovuto condurre al bazar, per farlo conoscere, e così far sapere almeno, allorchè vi succederà, che avete un figliuolo. Voglio pur maritare mia figlia, affinchè non resti più a lungo sepolta come finora. — Li ho così custoditi,» rispose il marito, «perchè temeva l’impressione che potesse far su di essi il cattiv’occhio. — Lasciate a Dio la cura di vegliare sopra di loro,» ripigliò la moglie, «e conducete oggi vostro figlio al bazar. —

«Il marito, lasciatosi persuadere, condusse seco Kamar-al-Zeman. Pareva che il bazar avesse preso fuoco, tanto fu grande il moto che vi suscitò la bellezza straordinaria del giovinetto. — Si alzerebbe oggi una seconda volta il sole? La luna si fa essa cedere in chiaro giorno?» tali erano le sclamazioni