Pagina:Le monete di Venezia.pdf/134

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jacopo contarini 117

I massari, devono avere uno scrivano laico, che non abbia altro incarico alla zecca e che sia veneto, come veneti devono essere tutti coloro che lavorano alla moneta, tranne gli affiuatori. Così i massari, come tutti gli altri funzionari ed operai devono riferire ai superiori se venisse a loro conoscenza qualche frode nella fabbricazione, qualche falsificazione o deterioramento delle monete. I massari devono, ogni sei mesi, rendere conto della loro amministrazione a coloro che sono preposti alle ragioni del Comune, con penalità per coloro che non lo rendessero nei tempi prefissi, ed esclusione dagli uffici retribuiti di quelli che non saldassero il loro debito verso lo Stato.

Altre saggie disposizioni provvedono affinchè i massari e gli altri addetti alla zecca non abbiano utili illeciti, non ricevano doni o denari dagli interessati e non facciano società coi mercanti che speculavano sulle monete e sui metalli. Speciale cura avevasi per l’esattezza del peso e del fino, ed anche per la bellezza e regolarità del conio e della battitura. Ogni massaro era tenuto a fare un segno sulla moneta per riconoscere chi era responsabile della fabbricazione.