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e prime monete di venezia 33

Osserva Padovan1, che la frase del trattato non dà realmente facoltà ai Veneziani di coniar moneta, ma accorda loro soltanto di adoprare la moneta di cui sono usi valersi da tempo antico: .... simulque eis nummorum monetam concedimus, se cundum quod eorum provintie duces apriscis temporibus consueto more habuerunt; ma io non saprei vedere una moneta ideale che potesse crearsi senza che nei tempi precedenti o contemporaneamente essa fosse stata realmente in circolazione. Per solito la moneta ideale è la tradizione di una moneta che ha veramente esistito ed avuto corso nel paese, ma che poi è scomparsa per le vicissitudini politiche, od ha cambiato valore per le circostanze economiche.

Anche Dandolo interpreta il passo del trattato di Rodolfo, che egli perfettamente conosceva, in questo modo e nella sua cronaca dice:2 Hic Bodulfus sui regni anno IV. . . declaravit ducem Venetiarum potestatem habere fabricandi monetam, quia ei constitit antiquos duces hoc continuatis temporibus perfecisse. Per me la cosa non è dubbia; i Veneziani, visto il momento favorevole, vantarono antichi diritti di batter moneta, e forse in prova mostrarono i denari col XPE SALVA VENECIAS, stampati cinquant’anni prima. La dimostrazione fatta da noi ora, che essi non avevano questo diritto e che lo stampo di tali denari era arbitrario, non vale in casi di questo genere, perchè quando il sovrano è deciso o costretto a concedere, ogni ragione è buona e viene riconosciuto per antico quel diritto che si è disposti a concedere nel momento.

Anche la tradizione attribuisce a quest’epoca la concessione del diritto di zecca a Venezia. Sanuto3 e Sansovino4 raccontano, che sotto il ritratto di Pietro Partecipazio si trova l’iscrizione:

Multa Berengarius mihi privilegia fecit,
Is quoque monetam cudere posse dedit.


  1. Padovan, Le monete dei Veneziani, pag. XVII, nota 2.
  2. Dandolo Chronicon, in Muratori, Rer. Ital. Script, tom. XII col. 200.
  3. Sanuto, Vitae Ducum Venetorum, in Muratori, Rer. Ital. Script., tom. XXII col. 462.
  4. Sansovino F., Venetia città nobilissima et singolare. Venezia, 1604, pag. 367.