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72 sebastiano ziani

billa1, ed io piegandomi a sì illustri maestri ho seguito il loro esempio in un saggio sul valore della moneta veneziana che ho letto all’Istituto Veneto. 2

L’indole e lo scopo del presente lavoro non mi permettono di dilungarmi su questo importante argomento; osserverò solo che il Guérard ha preso per base del suo sistema il peso medio dei denari di Lodovico il Pio, da lui valutato a 32 grani del marco di Troyes. Ora a me sembra che il peso medio degli esemplari di una moneta, dopo tanti secoli, non possa dare un idea esatta di quello fissato dalle leggi. Anche oggi noi vediamo che le monete appena uscite dalle officine raggiungono assai raramente il peso normale, perchè la zecca cerca di aumentare i suoi utili colla tolleranza, e se per caso qualche esemplare eccedesse il peso legale, esso sarebbe subito tolto dalla circolazione e fuso dagli speculatori.

Lo stesso diligentissimo signor Guérard ci dà il peso di 69 denari di Lodovico dei quali 16 oltrepassano i 32 grani ed alcuni raggiungono i 35 e 36, e saviamente egli fece a scegliere quell’imperatore che mostrò volere esattamente mantenuto il peso della moneta, ma tenendo conto del consumo per la circolazione e della ineguaglianza del peso naturale in tutti i tempi e più comune in quell’epoca, io ritengo che il peso normale del denaro dovesse essere tra i 34 ed i 35 grani di Troyes, e quindi più vicina al vero la lira di grammi 434,416 proposta dal Fossati.

Il denaro, sola moneta coniata nei primi secoli, conservò il suo peso quasi completamente durante il regno dei sovrani carolingi; ma decrebbe sensibilmente durante quello degli imperatori germanici, per cui i denari coniati a Venezia nel secolo XI coi nomi di Corrado e di Enrico, pesano circa la metà di quelli di Carlo Magno e sono di titolo inferiore. Nelle più antiche carte che parlano di moneta veneziana, essa viene calcolata la metà 3 di quella milanese, pavese od imperiale, che è quindi quella che più si accosta alla originaria.


  1. Brambilla C. Opera citata, pag. 56.
  2. Atti del R. Istituto Veneto. Tomo III, serie VI, 1885.
  3. Papadopoli N. Sulla origine etc., opera citata, pag. 29.