Pagina:Le murate di Firenze, ossia, la casa della depravazione e della morte.djvu/6

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al molto reverendo d. marco scaletti

PRIORE A RAPALE



Carissimo amico,


Quando mi faccio a considerare il carattere dell’uomo, col quale ho dovuto misurarmi, mi persuado che quel poco che ho potuto ottenere è una decisa vittoria. Tu non puoi credere quanto abbia dovuto arzigogolare, quanto importunare, tempestare, perchè l’amico mi consenta la stampa del sogno, che qui presso leggerai.

Dietro quanto tu mi avevi a voce conferito, appena seppi che il nostro amico era stato rilasciato libero, andai in traccie di lui, e trovatolo, coll’ansia di chi ricovera un oggetto carissimo, me lo serrai al petto, e gli feci scoppiare sul viso un così sonoro bacione, che glie ne rimase ben spiccata la rosa.

La sincera e franca amicizia presto si spaccia dei convenevoli; noi li avemmo quindi tosto esauriti. Entrai senz'altro in materia, e:

— Amico, gli dissi, io so che durante la tua prigionia tu hai scritto molto.