Pagina:Le murate di Firenze, ossia, la casa della depravazione e della morte.djvu/65

Da Wikisource.

— 62 —

ottenere di essere fatto sacerdote. Fin d'allora conobbe che da’suoi meschinissimi meriti poco o nulla vi era a sperare, e che volendo ascendere qualche grado della ecclesiastica gerarchia, era duopo usare la finzione e l'astuzia. Procacciò quindi di ingrazionirsi col mostrare umiltà, docilità, pietà e zelo grandissimo: vestì fino da allora la maschera dell'ipocrisia e giurò di non deporla che dinanzi a Dio, perchè dinanzi a Lui ogni finzione vien meno.

Adulando, piaggiando, confettando quanti potevano giovarlo, spione sempre e referendario infame, tanto seppe fare il dinoccolato, che riuscì ad ottenere una parrocchia di campagna. Brutto di sembianze e in atti rozzo, non poteva correre il palio nel campo di amore, ma come quegli che per natura inclinato era a lussuria, non potè starsi di non amoreggiare, mangiò purché fosse carne, sfoiandosi con qualche vecchiaccia brutta e squarquoia. Che se talvolta colse a caso qualche rosa, ciò potè far solo approfittanao della semplicità di qualche campestre forosetta che nulla si conosceva del mondo.

Proseguì e avanzò sempre nella via dello infingimento e della ipocrisia, e calunniando tutti quelli che potevano contendergli avanzamenti, affettando uno zelo che non aveva, simulando quella cristiana religione che iniquamente contaminò, e quella evangelica carità che misconobbe sempre, di parroco di campagna passò rettore di una cura in un piccolo paese. Ogni simile, appetisce al suo simile, non prima incontrò Trippaccia che furono amici, e si collegarono assieme in lor ribalderie.

Benchè tu li sappia percorrere ora di conserto una via istessa, ben diverso fu il sentiero che in gioventù batterono. Trippaccia non fu da giovinetto un bastra-