Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/358

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1Per dichiarare con la maggiore evidenza che si potrà li usi del Compasso Geometrico e Militare, prima considereremo quella faccia nella quale, tra le altre linee, si veggono notate due più in fuori e più brevi delle altre, con questi caratteri: Or. Pi. Ar. Ra. Fe. St. Ma. Pie., che significano Oro, Piombo, Argento, Rame, Ferro, Stagno, Marmo, Pietra. Dalle quali si hanno primamente le vere proporzioni e differenze di peso, che si trovano tra i metalli e pietre in esse notati: di maniera che se si costituirà lo strumento in qual si voglia apertura, gl’intervalli che cascheranno tra i punti l’uno all’altro corrispondenti, saranno diametri di palle, o lati di altri corpi tra loro simili, eguali di peso; ciò è, che tanto sarà il peso di una palla d’oro il cui diametro sia eguale alla distanza Or. Or., quanto di una palla di piombo di diametro Pi. Pi., e di una di marmo il cui diametro sia Ma. Ma., etc.

Dal che possiamo in un instante venire in cognizione, quanto grande si doveria fare un corpo di una delle sopranotate materie, acciò fusse in peso eguale ad un altro simile, ma di altra delle materie dette. Come se, per essempio, ci venisse proposta una palla di pietra, e noi dovessimo trovare il diametro di un’altra di ferro, ma alla proposta in peso eguale, allora prenderemmo con un compasso il diametro della palla di pietra propostaci, ed aperto lo Strumento sin tanto che detto diametro si adattasse alla distanza tra i punti Pie. Pie., senza mutare lo Strumento, la distanza tra i punti Fe. Fe. ci darà il

  1. Il cod. a porta il titolo: Discorso del Compasso Geometrico et Militare di Galileo Galilei; il cod. b: Trattato del Compasso Militare; il cod. c: Galileo Galilei, del compasso Geometrico et Militare; il cod. d: Galileo Galilei, del Compasso Geometrico. Questi titoli sono, in tutti i codici, di mani diverse da quelle che trascrissero il Trattato.