Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/591

Da Wikisource.
578 difesa contro alle calunnie ed imposture

nel medesimo modo ad unguem. È vero che ci aggiugne questa leggiadrissima operazione, di trasportar ambidue li detti archi, li quali si suppongono esser tolti dal medesimo cerchio, e riunirgli nella medesima circonferenza; si dichiara appresso non intender niente le definizioni, non pur le proposizioni, del terzo d’Euclide, chiamando archi simili due tagliati dall’istesso cerchio, de i quali uno ne pone esser gradi 43 e l’altro 70, ignarus che gli archi si domandano simili quando sottendono ad angoli eguali, e non, come ha creduto lui, quando son tagliati dal medesimo cerchio, ed inscius parimente che gli archi simili del medesimo cerchio sono tra di loro eguali.

Ci insegna poi con la medesima insipidezza nell’altro cap. 34: Arcum datum multiplici proportione angere; col trasferirlo, in somma, molte volte sopra la circonferenza della quale egli è parte.

Finalmente, nell’altro cap. 35 ci insegna a misurar l’angolo del-l’apertura dello Strumento; il che si fa come a misurar l’angolo di ogni altro triangolo, al modo che insegna nella prima operazione di queste linee, dove insegna a misurar tre angoli, e qui un solo col medesimo modo: e pur questa è operazione tolta dalli scritti del Fiammingo.

Passa nel cap. 36 alla dichiarazione della Linea de i Cerchi, detta da me Poligrafica; della quale ne mette quei due medesimi usi che ne pongo io alle 26 e 27 mie Operazioni. De i quali, perchè l’uno è il converso dell’altro, e le divisioni di questa linea messe dal Capra sono con ordine prepostero di quelle che metto io nel mio Strumento, quindi è che la regola che mette il Capra per dividere il cerchio è quella che metto io per descrivere i poligoni, e, per il converso, la regola scritta dal Capra per descrivere i poligoni è l’istessa con quella che pongo io per dividere il cerchio. Quello poi che mette nel fine di questo capitolo, di poter risolvere il problema d’Euclide posto alla proposizione 16 del 12, non può ricevere benefizio alcuno da queste linee, chi non vi segnasse dentro i lati di infiniti poligoni, il che è impossibile a farsi.

Propone poi nel cap. 37 una operazione particolare, cioè: Dato latere pentagoni invenire suum circulum; la quale era molto meglio che fusse proposta generalmente, e con termini proprii della scienza, ciò è Super data recta linea polygonum regulare describere, che questo è quello che nell’operazione si insegna. Nel fine poi dell’operazione,