Pagina:Le opere di Galileo Galilei III.djvu/283

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282 contro il moto della terra.


diversità non appare: adunque la Terra è nel centro comune delle cose gravi, e non il Sole altramente1.

Ed a chi rispondesse che elle appaiano, tanto a noi quanto agli antipodi, grandi ad un modo, non perchè la Terra non sia fuori del centro del Mondo, ma perchè all’ora che noi abbiamo la notte da poter misurare le stelle, gli antipodi hanno il giorno, perchè sono essi dalla parte che risguarda il Sole, ed hanno le stelle più lontane di noi, ma non possono misurarle, e per lo contrario quando essi hanno la notte, il Cielo è veduto da loro in quella distanza che lo vedevamo noi, e così le stelle, se da loro vengono misurate, appaiono dell’istessa grandezza che apparivano a’ nostri matematici; noi replichiamo, che, se bene per modi ordinarii tra gli antipodi e noi non se ne può fare l’esperienza, almeno si può con artefizio assai noto farla, cioè stando nel basso di qualche torre eminente, o altra cosa simile fatta a posta, d’onde si possan vedere di giorno le stelle. Il che dovea necessariamente farsi da coloro, che, contro alla commune e ricevuta opinione, ardiscono dimostrare che falsa sia stata la credenza de’ matematici, filosofi e teologi, acciò che io taccia di dar fine delle Sacre Scritture. Ma che? senza ricorrere a cotali artifici, non si vede certo che la Terra è nel mezzo del Mondo, poi che per quanto spazia il nostro orizonte, che è la metà del Cielo, ogni matematico consente, che le misure delle Stelle siano le medesime per ciascuna parte, senza varietà alcuna? Nondimeno è verissimo che se la Terra non è nel centro del Mondo, elle dovrebbono, da diverse in diverse parti, nel medesimo tempo misurate, di misure diverse apparire: poi che quelli che, per essemplo, le misureranno quando noi avremo la mezza notte, nel qual tempo saremo più vicini al Cielo stellato che qualsivoglia parte del nostro orizonte, vedranno che le stelle, diciamo della prima grandezza, che 107 volte e tanto comprendono la grandezza della Terra2, appariranno molto minori a coloro che l’osserveranno situati ed abi-

  1. Questo nodo Gordiano non stringe, perchè il diametro dell’orbe magno, aggiunto o detratto dalla distanza delle stelle fisse, non può far sensibile diversità, facendola poco sensibile in Saturno, che è tanto più vicino. Scorgesi di più, che il Sig. Colombo non intende questo aggiugnere o detrarre il diametro dell’orbe magno, secondo che le stelle sono orientali o occidentali eliace, dicendo egli, che esse stelle fisse doveriano apparir maggiori o minori secondo la diversità de i siti in Terra; ed in somma, in cambio di considerare l’orbe magno, non si accorge che considera il globo della Terra.
  2. non si accorge ancora che, in cambio di parlar dell’orbe magno, parla della superficie terrena; e poco appresso, non sa che eguale ed equidistante non è l’istesso.