Pagina:Le opere di Galileo Galilei III.djvu/285

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284 contro il moto della terra.


cosa da dirsi in prò di coloro che desiderai! persuadere che la Terra si mova. Dico adunque che, avendo noi per molte maniere dimostrato con le ragioni e col senso, che il terrestre elemento sia grave, e che le cose gravi hanno inclinazione naturale d’andare al centro, come proprio luogo, che è il centro del Mondo, e quivi quietarsi, impossibil cosa è che la Terra sia da una intelligenza sostanza angelica mossa e girata circa il suo centro, o fuori di quello circolarmente intorno al Sole. La ragion è perchè, non solo cotal moto non saria naturale, ma il naturale e proprio non potrebbe mai ridursi all’atto, e così la Natura e Dio avrebbon fatto un sproposito1, che è dar alla Terra potenza di desiderare il centro come grave, e non poter mai saziar cotal appetito naturale, ma sempre dovesse operar per accidente e non mai per sé; oltreché l’operazion violente non possono esser perpetue, come saria questa del moto della Terra. Por queste ragioni presenti, ordinò la Natura che quei corpi, che circolarmente si muovono, non avessero qualità di grave né di leggieri, acciò che da queste non fosse in essi inclinazione al moto retto: la qual mancanza d’appetito dice non repugnanza al moto circolare, e perciò si dice che il moto circolar del Cielo è naturale, cioè che non ha repugnanza a quel movimento, non sondo in esso Cielo principio intrinseco a muoversi di moto retto, nel quale si ritrova la contrarietà. Onde Aristotele nel 9 Metaph., c. 4, n° 17, parlando de’ Cieli, disse: non inest eis potentia contradictionis, ut moveantur et non moveantur: e san Tommaso afferma, che i Cieli son detti muoversi naturalmente, perché non repugnano al moto circolare, ma nondimeno non vi hanno inclinazione, cioè non hanno potenza attiva al moto, ma passiva solamente, che è il medesimo che dir non repugnanza, e sopr anaturalmente son mossi, perché il motore, che è un angelo, è agente volontario. Resta adunque che la Terra non possa altramente muoversi in veruna maniera, né eziamdio circa il suo centro, poi che non é nel centro di cose gravi.

Tralascio per brevità le molte ragioni d’intorno a questa materia tutta, e le colonne d’Ercole di quel buon omaccion di Stagirita e di tanti famosi scrittori, per non uscir del mio proponimento d’usare dimostrazioni del senso, come che, senza accorgermene, non sia stato intieramente alle mosse; e se bene io mi sono servito d’alcuni argumenti usati, l’ho fatto per prender cagion di replicare alle risposte, mostrando che elle non annodan cosa alcuna, né vagliono un zero, per isnervar la forza dell’argomenti insolubili di quei famosi autori. Non son cotali materie da chi é puro matematico, ma da chi é anche vero filosofo, perché elle non si possono ficcare in un angolo di poco foglio, come le dimostrazioni che fanno essi di undici dodici Cieli, situando la Terra fuor del centro del Mondo, ed in quel luogo mettervi il Sole, d’intorno a cui la Terra debba perpetuamente

  1. Il nostro Colombo ha tanto franca la vittoria, che non si perita a dire che Dio arebbe fatto uno sproposito, se la Terra si movesse.