Pagina:Le opere di Galileo Galilei III.djvu/286

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contro il moto della terra. 285


girarsi. Al Copernico parve aver conchiuso, la demostrazione, che egli fece su un foglio, non sentiva repugnanza in salvare tutte l’apparenze planetali e celesti; sì come io non dubito punto che se ne possan fare dell’altre che opereriano il medesimo: massimamente che lo stesso Copernico dice che, nil refert, aut per quietam Terram aut per motum eiusdem ad eandem metam concurrere, quoniam in his quae ad invicem sunt ita, contingit ut vivissime sibi ipsis conferant. Ma il fatto sta, mostrar che non vi abbia repugnanza, applicandole nella materia propria e ne’ proprii luoghi; perchè altramente sarà bene lasciarle stare nel primo e ricevuto modo, che niuno inconveniente apporta, e lasciare in cotali girandole coloro che hanno fitto il capo nelle girelle.

Essi veramente andavano dicendo, che si moveano a compassione del povero Cielo, il quale, essendo incorruttibile, pareva stravaganza grandissima che fosse ripieno di tanti epicicli eccentrici ed altre differenze e partizioni, che scrupolo arrecano il crederle nella materia celeste e inalterabile: e così arditi, che non si accorgeano, questi inesperti chirugici del Cielo, che inel volere racconciare quel che pareva loro che lo dividesse tutto e conquassasse, hanno rovinato non solo il Cielo, ma eziamdio messo sossopra la Terra e l’Universo, di maniera che ha voluto del buono a ridurre ogni cosa al suo proprio luogo. Dite, o Copernici, son rimasti nel celeste corpo più epicicli e più eccentrici? non vi resta, secondo il parer vostro, almeno l’epiciclo della Luna, che il Copernico appella orbe magno?1 non vi è l’eccentrico della Terra, e dell’altri elementi? Aspettatevi pure una querela dinanzi a messer Giove da quelli che discacciati avete, i quali non sanno perchè, non sendo inconveniente se ve ne resti uno, non possa starvene mille anco, se vi fossero. Chi vi ha dato privilegio di fare questa resoluzione contro di loro solamente?

Anzi è necessario ascrivere nuovi epicicli nel cielo di Giove, oggidì che il sig.r Galileo Galilei ha ritrovato, per mezzo di quelli occhiali a tromba, quattro pianeti che si girano intorno a esso Giove, i quali non possono fare cotal movimento, se non mediante l’epiciclo che deve ciascun d’essi avere. Maravigliosa cosa è corso tamente e degna del suo valore, a cui non avrebbono sdegnato i Gentili d’alzare una statua d’oro, per consecrarlo all’eternità; ed io sono obligato a non restar di lodarlo, perciò che egli ha fatto veder col senso, quel che io demostrai con le ragioni, non ha molto; cioè che quella stella, che si vidde apparire nel Cielo pochi anni sono, era una vera stella di quelle che furono create da principio del Mondo, e più copiosamente lo riprovai contro Alomberto Mauri nelle mie risposte piacevoli, dedicate alla protezione di S. A. S., allora Gran Principe, dove dissi, che quella e tutte l’altre che si erano di nuovo vedute, e se altre ne apparivono, si face-

  1. Non ho più saputo che il Copernico chiami l’epiciclo della orbe magno.