Pagina:Le opere di Galileo Galilei IV.djvu/127

Da Wikisource.

intorno alle cose che stanno in su l’acqua ecc. 123

tavola d’aria; e, più, che noi parliamo dell’andare o non andare al fondo nell’acqua, e non di quello che accaggia ne’ confini dell’acqua e dell’aria a’ corpi che sieno parte in aria e parte in acqua; né meno trattiamo della maggiore o minor forza che si ricerchi nel separar questo o quel corpo dall’aria; non tacendo loro, in ultimo, che tanto per appunto resiste e, per così dire, pesa l’aria all’in giù nell’acqua, quanto pesi e resista nell’acqua all’in su nell’aria, e che la stessa fatica ci vuole a mandar sott’acqua un utre pien d’aria che ad alzarlo in aria pien d’acqua, rimossa però la considerazion del peso della pelle e considerando l’acqua e l’aria solamente. E, parimente, è vero che la stessa fatica si ricerca per mandare, spignendo a basso, un bicchiere e simil vaso sotto l’acqua, mentre è pieno d’aria, che a sollevarlo sopra la superficie dell’acqua, tenendolo con la bocca in giù, mentre egli sia pieno d’acqua; la quale nello stesso modo è costretta a seguitare il bicchiere, che la contiene, e alzarsi sopra l’altr’acqua nella region dell’aria, che vien forzata l’aria a seguire il medesimo vaso sotto a’ confini dell’acqua, sin che in questo caso l’acqua, sopraffacendo gli orli del bicchiere, vi precipita dentro, scacciandone l’aria, e in quello, uscendo il medesimo orlo fuori dell’acqua e pervenendo a’ confini dell’aria, l’acqua casca a basso e l’aria sottentra a riempiere la cavità del vaso. Al che ne séguita, che non meno trapassi i limiti delle convenzioni quello che produce una tavola congiunta con molta aria, per vedere se discende al fondo nell’acqua, che quello che fa prova della resistenza all’esser sollevato in aria con una falda di piombo congiunta con altrettanta acqua.

Ho detto quanto m’è venuto in mente, per mostrar la verità della parte che ho preso a sostenere: restami da considerar ciò che in tale materia scrive Aristotile, nel fine de’ libri Del cielo. Nel qual particolare io noterò due cose: l’una, che essendo vero, come s’è dimostrato, che la figura non ha che fare circa ’l semplicemente muoversi o non muoversi in su o in giù, pare che Aristotile nel primo ingresso di questa speculazione abbia avuto la medesima oppinione, sì come dall’essaminar le sue parole parmi che si possa raccorre: bene è vero che, nel voler poi render la ragione di tal effetto, come quegli che non l’ha, per quant’io stimo, bene incontrata, il che nel secondo luogo andrò esaminando, par che si riduca ad ammetter l’ampiezza della figura a parte di quest’operazione.